Il trauma è un’esperienza di paura dalla quale la persona non riesce a difendersi, un evento o una situazione, spesso anzi una condizione prolungata e ripetuta, che genera un sentimento di impotenza. La letteratura scientifica e l’esperienza clinica hanno ormai evidenziato che si può considerare traumatico anche un quadro di maltrattamento psicologico senza violenza fisica, uno stato di trascuratezza emotiva creato dall’incapacità del genitore di sintonizzarsi coi bisogni del bambino, e in generale ogni dinamica relazionale in grado di esporre l’individuo ad una percezione di pericolo che egli non può fronteggiare efficacemente. Il contenuto traumatico viene immagazzinato a livello cognitivo, emotivo e somatico; la minaccia non può quindi essere elaborata affidandosi alle sole risorse razionali, cioè non è possibile risolvere il trauma sostituendo ai pensieri spaventati altri pensieri più rassicuranti. Per questa ragione le terapie verbali non sono efficaci nel trattamento dei vissuti traumatici; esse infatti aiutano il paziente a diventare più consapevole dell’esperienza attraversata, lo spingono a razionalizzare le credenze disfunzionali in merito alla presenza attuale di un pericolo, ma non intervengono sulle tracce che il corpo ha conservato dentro di sé.
La Psicoterapia Sensomotoria svolge questa indispensabile operazione di modificazione delle percezioni somatosensoriali, lavorando in particolare sulle risposte difensive che il paziente non ha potuto mettere in atto al momento del trauma e sulle risorse che egli può utilizzare nel contesto presente per non rivivere lo stato di impotenza di origine traumatica. Questo approccio terapeutico concepisce l’essere umano come sistema complesso al cui interno agiscono elementi difensivi ed evolutivi appartenenti al mondo animale. Cosa fa un mammifero quando è minacciato da un pericolo che mette a rischio la sua stessa sopravvivenza? Può attaccare o fuggire, chiedere aiuto, simulare di essere morto oppure bloccarsi per cogliere ogni segnale proveniente dall’ambiente.
Il trauma costringe l’uomo-mammifero ad attivare una di queste risposte al solo scopo di sopravvivere, di placare l’aggressività predatoria di un suo simile o di sottrarsi alle conseguenze emotivamente devastanti generate dalla situazione di pericolo. Se l’esperienza traumatica è particolarmente intensa o si ripete nel tempo, il soggetto sviluppa delle procedure che attraverso il corpo riproducono nell’esperienza presente il vissuto di paura originario e le modalità acquisite per fronteggiarlo. Un esempio è dato dalla postura afflosciata con cui molti pazienti in psicoterapia reagiscono alle umiliazioni che sentono di subire nelle relazioni interpersonali, quando il corpo si ritira e ed esprime un’emozione di tristezza unita a un senso di impotenza, oppure lo stato di rigidità muscolare rintracciabile nelle esperienze di ansia e panico, quando l’ambiente esterno è avvertito come una minaccia letale e le sensazioni interne sono troppo forti per poter essere gestite mantenendo un contatto consapevole con se stessi.
Il trauma e i suoi correlati somatosensoriali sono alla base di molti fenomeni psicopatologici nei quali l’individuo ha una regressione a difese animali che non gli consentono di affrontare la situazione presente instaurando un dialogo aperto col corpo e le sue reazioni. In questo modo il vissuto emotivo risulta intollerabile e rimanda continuamente alle percezioni originarie dell’evento traumatico, quando l’impotenza data dalla condizione di sottomissione affettiva – il bambino ostaggio della disregolazione emotiva del genitore – non permetteva di accedere a risorse funzionali per un’elaborazione somatopsichica efficace. Il principio della Psicoterapia Sensomotoria è che lavorando col paziente sul suo corpo, sulle sensazione interne, sulle risposte che il corpo mette in atto sentendosi nuovamente in pericolo, ed esplorando attivamente le risorse somatiche disponibili – fra le altre, radicamento al suolo, allineamento, centratura, orientamento, respiro – per generare una conseguente modificazione dell’assetto emotivo e cognitivo, è possibile trasformare il contenuto traumatico rendendolo un’esperienza del passato che non interferisce più sulle emozioni attuali e sulla rappresentazione che il soggetto ha di sé oggi. Il trauma infatti, prima di essere elaborato e risolto, compromette la capacità di sentirsi stabili, protetti; l’immagine di sé è condizionata da un sentimento di vulnerabilità, debolezza e inefficacia che si riflette in emozioni di ansia, colpa, vergogna. Nelle relazioni interpersonali il vissuto traumatico può manifestarsi attraverso un tema di sfiducia, atteggiamenti impulsivi, difficoltà a gestire gli stati emotivi. La Psicoterapia Sensomotoria parte dal corpo per arrivare all’identità, al funzionamento somatopsichico integrato, e questo la rende un approccio estremamente evoluto nella cura delle esperienze traumatiche.
Dott. Gianluca Frazzoni